La 184ª Divisione paracadutisti “Nembo” venne ufficialmente formata il 1º novembre 1942, a partire dal 185º Reggimento paracadutisti (già della 185ª Divisione paracadutisti “Folgore”) e da altri reggimenti addestrati presso le Scuole di Paracadutismo di Tarquinia e Viterbo ed attivati presso il Deposito Truppe Paracadutiste di Firenze, ossia il 184º Reggimento di fanteria paracadutisti (24 agosto 1942) ed il 184º Reggimento artiglieria paracadutisti (15 settembre 1942), cui successivamente si aggiunse il 183º Reggimento fanteria paracadutisti (11 gennaio 1943).
Organizzazione
La divisione era così strutturata:[1]
Comando e Compagnia comando divisionale
184ª Compagnia mista Carabinieri Reali
146° Ufficio postale da campo
184ª Sezione sussistenza
184ª Sezione intendenza
184ª Sezione sanità
184º Reparto trasporti
184ª Compagnia mortai (81 mm Mod. 35)
184ª Compagnia genio collegamenti
184ª Compagnia genio minatori-artieri
184ª Compagnia motociclisti paracadutisti
284ª Compagnia ciclisti paracadutisti
CLXXXIV Battaglione genio guastatori paracadutisti, su:
Compagnia comando
1ª Compagnia genio guastatori paracadutisti
2ª Compagnia genio guastatori paracadutisti
3ª Compagnia genio guastatori paracadutisti
183º Reggimento fanteria paracadutisti, su:
Comando e Compagnia comando
Compagnia cannoni reggimentale (65/17 Mod. 13)
X/bis Battaglione paracadutisti, su:
Compagnia comando
28ª/bis Compagnia paracadutisti
29ª/bis Compagnia paracadutisti
30ª/bis Compagnia paracadutisti
XV Battaglione paracadutisti, su:
Compagnia comando
43ª Compagnia paracadutisti
44ª Compagnia paracadutisti
45ª Compagnia paracadutisti
XVI Battaglione paracadutisti, su:
Compagnia comando
46ª Compagnia paracadutisti
47ª Compagnia paracadutisti
48ª Compagnia paracadutisti
184º Reggimento fanteria paracadutisti, su:
Comando e Compagnia comando
Compagnia cannoni reggimentale (65/17 Mod. 13)
XII Battaglione paracadutisti, su:
Compagnia comando
34ª Compagnia paracadutisti
35ª Compagnia paracadutisti
36ª Compagnia paracadutisti
XIII Battaglione paracadutisti, su:
Compagnia comando
37ª Compagnia paracadutisti
38ª Compagnia paracadutisti
39ª Compagnia paracadutisti
XIV Battaglione paracadutisti, su:
Compagnia comando
40ª Compagnia paracadutisti
41ª Compagnia paracadutisti
42ª Compagnia paracadutisti
185º Reggimento fanteria paracadutisti, su:
Comando e Compagnia comando
Compagnia cannoni reggimentale (65/17 Mod. 13)
III Battaglione paracadutisti, su:
Compagnia comando
7ª Compagnia paracadutisti
8ª Compagnia paracadutisti
9ª Compagnia paracadutisti
VIII/bis Battaglione paracadutisti, su:
Compagnia comando
22ª/bis Compagnia paracadutisti
23ª/bis Compagnia paracadutisti
24ª/bis Compagnia paracadutisti
XI Battaglione paracadutisti, su:
Compagnia comando
31ª Compagnia paracadutisti
32ª Compagnia paracadutisti
33ª Compagnia paracadutisti
184º Reggimento artiglieria paracadutisti, su:
Comando e batteria comando
I Gruppo artiglieria paracadutisti, su:
Batteria comando
7ª Batteria artiglieria paracadutisti (47/32 Mod. 35)
8ª Batteria artiglieria paracadutisti (47/32 Mod. 35)
II Gruppo artiglieria paracadutisti, su:
Batteria comando
9ª Batteria artiglieria paracadutisti (47/32 Mod. 35)
10ª Batteria artiglieria paracadutisti (47/32 Mod. 35)
III Gruppo artiglieria paracadutisti, su:
Batteria comando
11ª Batteria artiglieria paracadutisti (47/32 Mod. 35)
12ª Batteria artiglieria paracadutisti (47/32 Mod. 35)
Costituita in modo affrettato e con personale meno attentamente selezionato di quello della divisione “Folgore”, la “Nembo” operò solo sul territorio nazionale.
Fino all’8 settembre 1943
Nell’aprile del 1943 il 185º Reggimento fanteria paracadutisti venne trasferito nella zona di Gorizia per contrastare le sempre più frequenti infiltrazioni di partigiani jugoslavi nel territorio friulano, operazione che li tenne impegnati fino al mese di luglio. Trasferito successivamente nelle Puglie e poi in Calabria, venne brevemente impiegato in Sicilia contro gli Alleati dal 3 al 13 agosto 1943, quando rientrò in Calabria, dove, dal 3 settembre, impegnò in combattimento (VIII battaglione) le forze britanniche e canadesi nella zona dell’Aspromonte a seguito degli sbarchi dell’operazione Baytown.
Nel frattempo (giugno 1943) il resto della divisione venne trasferito in Sardegna, venendo frammentato in Gruppi Tattici formati ciascuno da un battaglione paracadutisti rinforzato da altri elementi, con funzione di riserva antisbarco e di difesa degli aeroporti, come segue:
Raggruppamento “Quaroni”, ad Assemini su:
Gruppo Tattico “Luserna” (XV Battaglione)
Gruppo Tattico “Gigersa” (XVI Battaglione)
Gruppo Tattico “Conte” (CLXXXIV Battaglione guastatori)
II Gruppo del 184º Reggimento artiglieria
Raggruppamento “Renzoni”, a Serramanna su:
Gruppo Tattico “Rizzatti” (XII Battaglione)
Gruppo Tattico “Corrias” (XIV Battaglione)
I Gruppo del 184º Reggimento artiglieria
Raggruppamento “Invrea” a Marrubiu, su:
Gruppo Tattico “Del Vita” (XIII Battaglione)
Gruppo tattico “Valletti” (X Battaglione)[2]
Compagnia cannoni da 47/32
Raggruppamento di manovra “Tantillo” a Sanluri, su:
184ª Compagnia mortai da 81
184ª Compagnia motociclisti
284ª Compagnia ciclisti
Compagnia cannoni da 47/32
III Gruppo del 184º Reggimento artiglieria
184ª Compagnia genio collegamenti
184ª Compagnia genio minatori-artieri
Alle dipendenze della Divisione erano anche il Gruppo Tattico “Cadeddu” (formato dal Gruppo Squadroni “Cavalleggeri di Sardegna” su carri L6/40 ed inquadrato nel Raggruppamento Tattico “Invrea”), ed il XVIII battaglione carri M14/41 (inquadrato nel Raggruppamento di Manovra “Tantillo”).
La crisi dell’8 settembre
A seguito dell’armistizio (8 settembre 1943), con conseguente dichiarazione di non belligeranza e denuncia dell’alleanza con la Germania nazista, nella Divisione “Nembo” esplosero violenti contrasti tra gli elementi fedeli al giuramento al Re, che intendevano attenenersi alle direttive impartite dal Governo italiano, ed elementi che invece rifiutavano di accettare il cambio di alleanze.
Tra le unità schierate in Sardegna si verificarono numerosi episodi di ammutinamento[3] che furono sedati con difficoltà. Vennero arrestati il colonnello Pietro Tantillo[4], vice comandante della divisione e comandante del Raggruppamento di manovra, ed il tenente colonnello Ademaro Invrea, comandante del Raggruppamento di Marrubiu. Centinaia di altri ufficiali di soldati del X e XIII battaglione vennero arrestati ed internati nel campo di punizione di Uras ed in una caserma di Cagliari, mentre centinaia di militari della divisione vennero trasferiti in altre unità. Il comandante della divisione, Gen. Ercole Ronco, venne destituito e sostituito dal Gen. Giorgio Morigi, già comandante della 183ª Divisione paracadutisti “Ciclone”.
L’episodio più grave fu la diserzione del XII Battaglione (maggiore Mario Rizzatti) con elementi del X Battaglione, una compagnia controcarro ed una compagnia mortai, che si unirono alla 90. Panzergrenadier-Division tedesca seguendola prima in Corsica e poi sul continente. Il tenente colonnello Alberto Bechi Luserna, capo di Stato Maggiore della Divisione, venne ucciso nel tentativo di fermare i ribelli.
La divisione, ridotta a soli quattro battaglioni e profondamente scossa nel morale, non poté quindi essere impiegata per contrastare le truppe tedesche presenti in Sardegna, come originariamente previsto nei piani formulati dal Gen.Antonio Basso[5].
Anche tra le unità della divisione schierate in Calabria si verificarono gravi disordini e sbandamenti, e la maggior parte del III Battaglione (capitano Sala)[6] si unì alle forze tedesche nella zona, ripiegando verso la Campania con la 29. Panzergrenadier-Division.[7]
Dopo l’8 settembre 1943
La Nembo nella Repubblica Sociale Italiana
Agli elementi della “Nembo” schieratisi con i tedeschi si unirono le 121ª e 131ª compagnia paracadutisti e le 112ª e 122ª camionettisti del 10º Reggimento arditi, gli ADRA, due compagnie del XX Battaglione della 183ª Divisione paracadutisti “Ciclone” e la compagnia del capitano D’Abundo, formata da complementi della stessa “Nembo” provenienti dalla Scuola Paracadutisti di Viterbo. L’insieme di queste forze andò a formare il primo reparto paracadutista della Repubblica Sociale Italiana, denominato “Raggruppamento Volontari Paracadutisti Italiani”, che si spiegò sulle coste laziali contro le forze anglo-americane in funzione antisbarco: raggiunto il migliaio di uomini di organico e ridenominato “Raggruppamento paracadutisti “Nembo”, il reparto fu posto alle dipendenze operative della 2. Fallschirmjäger-Division del generale Ramcke.[8], per confluire infine nei reparti paracadutisti della Aeronautica Nazionale Repubblicana della Repubblica Sociale Italiana.
La Nembo nel Regio Esercito cobelligerante
Le unità della “Nembo” rimaste fedeli al Governo regio entrarono a fare parte dell’Esercito Cobelligerante Italiano. Tra le unità del 185º Reggimento, schierato in Calabria, la 9ª Compagnia del III Battaglione (tenente Gay) confluì in quello che venne denominato “1º Reparto Speciale Autonomo” (più tardi noto come “Recce Squadron “F””) mentre il resto del reggimento si riorganizzò attorno all’XI battaglione per formare il 185º Reparto Autonomo Paracadutisti “Nembo”, così costituito :
Comando e Plotone comando
31ª Compagnia paracadutisti
32ª Compagnia paracadutisti
33ª Compagnia paracadutisti
34ª Compagnia mortai (81 mm Mod. 35)
35ª Compagnia cannoni (47/32 Mod. 35)
Il reparto, rinominato a gennaio 1944 come 185º Reparto Autonomo Arditi Paracadutisti “Nembo”, venne quindi incluso nel Primo Raggruppamento Motorizzato, la prima unità del Esercito co-belligerante Italiano ad entrare in combattimento contro i tedeschi, comportandosi brillantemente nei combattimenti di Monte Marrone (marzo 1944), prima di venire riassorbito dalla Divisione.
Infatti nell’aprile 1944 la parte della 184ª Divisione paracadutisti “Nembo” rimasta in Sardegna (comandante gen. Giorgio Morigi e capo di S. M. ten. col. Giuseppe Izzo) rientrava sul continente, e veniva inviata in zona di operazioni sulla Linea Gustav, prendendo poi parte alle azioni di guerra di Chieti e di Abbadia di Fiastra nel giugno 1944, ed alle battaglia di Filottrano e Battaglia di Montecarotto (luglio 1944) nelle Marche. La Divisione era così organizzata:
Comando e Compagnia comando divisionale
184ª Compagnia mista Carabinieri
146° Ufficio postale da campo
184ª Sezione sussistenza
184ª Sezione intendenza
184ª Sezione sanità
184º Reparto trasporti
184ª Compagnia mortai (81 mm Mod. 35)
184ª Compagnia genio collegamenti
184ª Compagnia genio minatori-artieri
184ª Compagnia motociclisti paracadutisti
V Gruppo artiglieria controcarro
CLXXXIV Battaglione guastatori paracadutisti
183º Reggimento fanteria paracadutisti, su:
XV Battaglione paracadutisti
XVI Battaglione paracadutisti
184º Reggimento fanteria paracadutisti, su:
XIII Battaglione paracadutisti
XIV Battaglione paracadutisti
184º Reggimento artiglieria paracadutisti, su:
I Gruppo artiglieria paracadutisti (75/18 Mod. 35)
III Gruppo Artiglieria paracadutisti (100/22)
Batteria contraerea paracadutisti (20/65)
Dalla Divisione dipendevano:
I Brigata fanteria
4º Reggimento bersaglieri
XXIX Battaglione Bersaglieri
XXXIII Battaglione Bersaglieri
1ª Compagnia bersaglieri motociclisti
3º Reggimento alpini
Battaglioni alpini “Piemonte”
Battaglione alpini “Monte Granero”
CLXXXV Reparto Arditi Paracadutisti
IV Gruppo artiglieria alpina da 75/13
Servizi di Brigata
II Brigata Fanteria
68º Reggimento Fanteria Divisionale
I Battaglione fanteria
II Battaglione Fanteria
Reggimento “San Marco” (della Regia Marina)
Battaglione “Bafile”
Battaglione “Grado”
IX Reparto d’Assalto
Squadrone “Cavalleggeri Guide”
V Gruppo artiglieria alpina da 75/13
Servizi di Brigata
Il 24 settembre 1944 la divisione venne sciolta, e parte dei suoi elementi confluirono nel Reggimento paracadutisti “Nembo” inquadrato nel Gruppo di Combattimento “Folgore”; fra essi Carlo Reddi, medaglia d’oro al valor militare.
Onorificenze alla bandiera
Medaglia di bronzo al Valore Militare alla bandiera
«al 183º rgt. f. “Nembo”»
— Italia, Filottrano 1944
Croce di guerra al Valor Militare alla bandiera
«al 184º rgt. f. “Nembo”»
— Italia, Filottrano 1944
183º Reggimento paracadutisti “Nembo”
Nella seconda guerra mondiale (1939-1945)
Inquadrato nella 184ª Divisione paracadutisti “Nembo”, viene trasferito in Sardegna nel maggio 1943 e vi rimane fino al maggio successivo; alle dipendenze del Corpo Italiano di Liberazione, prende poi parte alle azioni di guerra di Abbadia di Fiastra (giugno 1944) ed alla battaglia di Filottrano ed alla battaglia di Montecarotto (luglio 1944) nelle Marche.
Sciolta la Divisione “Nembo”, il 24 settembre 1944 viene costituito il Gruppo di Combattimento Folgore che inquadra il 183º Reggimento paracadutisti che combatte valorosamente a Tossignano e nella battaglia di Case Grizzano. Nel marzo 1945 dal Reggimento vengono tratti un centinaio tra ufficiali, sottufficiali e paracadutisti (tutti volontari), che, inquadrati nella “Centuria Nembo”, partecipano all’operazione Herring lanciandosi da aerei americani nella notte del 20 aprile 1945 sulle forze tedesche in ritirata nella zona di Poggio Rusco.
Tempi recenti
Terminato il secondo conflitto mondiale, il 1º ottobre 1948 in ottemperanza al trattato di pace che impediva all’Italia la possibilità di avere all’interno del proprio esercito truppe aviolanciabili, il Reggimento paracadutisti “Nembo” viene trasformato in 183º Reggimento fanteria “Nembo” e inquadrato nella Divisione fanteria motorizzata “Folgore”, rimanendo tale fino alla ristrutturazione dell’Esercito Italiano nel 1975, quando viene ridotto a livello ordinativo di battaglione e inquadrato nella Brigata meccanizzata “Gorizia” ove sul basco nero mantiene tuttavia il fregio con le ali e il gladio tipico delle aviotruppe, sfilando con un reparto di rappresentanza alle adunate nazionali dei Paracadutisti d’Italia.
Nel 1991 il 183º Battaglione fanteria “Nembo” venne sciolto e la bandiera di guerra assegnata al ricostituito 183º Battaglione paracadutisti “Nembo” che, trasferito da Gradisca d’Isonzo a Pistoia, venne organicamente inquadrato nella Brigata paracadutisti “Folgore”.
Il 23 aprile 1993, il battaglione è stato elevato a rango di reggimento assumendo l’attuale denominazione.
Onorificenze
Decorazioni alla Bandiera di Guerra
Medaglia d’argento al valor militare | |
«Decreto 24 luglio 1947 In dura campagna teneva testa ad un nemico cui ataviche qualità guerriere e senso di disperazione per l’inevitabile fine conferivano particolare accanimento e tenacia. Molteplici azioni di pattuglia e colpi di mano condotti con audacia senza pari nel vivo di munitissime posizioni traevano l’impronta dal generoso travolgente slancio dei suoi uomini. In durissima azione offensiva contro le truppe paracadutiste nemiche conquistava, in violento combattimento all’arma bianca ed a bombe a mano. un abitato fortemente organizzato a difesa, fino all’ultimo conteso da un avversario deciso, che soltanto il valore irresistibile dei suoi soldati riusciva a piegare. In brillante quanto rischiosa azione condotta da un reparto di prodi paracadutisti, lanciati dagli aerei sulle retrovie nemiche, seminava panico e terrore catturando oltre 1.300 prigionieri ed ingente materiale bellico. Sintesi delle più belle virtù dei Paracadutisti d’Italia, legava il suo nome alle più fulgide glorie della Specialità.» — (Tossignano, marzo-aprile 1945; Case Grizzano. 19 aprile 1945: zona di Poggio Rusco, 23 aprile 1945). (Al Reggimento Paracadutisti “Nembo”). |
Medaglia d’argento al valore dell’esercito | |
«Decreto 5 ottobre 1994 Il 183″ Reggimento Paracadutisti “Nembo”, inquadrato nelle forze italiane in Somalia, partecipava alle operazioni di soccorso alla popolazione somala prodigandosi con totale dedizione ed elevata professionalità nella pericolosa missione e confermando, in numerose azioni di rastrellamento per la ricerca d’armi ed in operazioni contro guerriglieri ed anti banditismo, I’altissimo livello di efficienza. il grande coraggio e la generosità dei suoi effettivi. Coinvolto in numerosi conflitti a fuoco reagiva sempre con efficacia e determinazione mettendo in luce il valore militare, la capacità operativa e la fortissima motivazione dei propri uomini. Nonostante le gravi perdite subite in combattimento. continuava ad assolvere i compiti affidati senza flessioni con la fierezza e l’orgoglio di perseverare nel tentativo di ridare sicurezza e soccorso umanitario a1 martoriato popolo somalo e nella determinazione di rendere onore alla Patria lontana» — (Somalia, 21 maggio 1993 – 7 settembre 1993). |
183º Reggimento paracadutisti “Nembo” – Guerra di liberazione
Medaglia di bronzo al valor militare | |
«Decreto 9 novembre 1945 Partecipava con valore e spiccata aggressività ad un ciclo operativo con truppe alleate contro il nemico tedesco. Con slancio travolgente strappava al tenace avversario un lungo costone organizzato in profondità nel senso dell’asse e battuto dall’intenso fuoco concentrico di artiglieria e di mortai. Metteva poi piede e guadagnava terreno a prezzo di dure perdite nell’interno di un robusto abitato difeso casa per casa. Contrattaccato da fanterie e da carri, li conteneva validamente asserragliandosi negli edifici marginali; poi ripreso nuovo slancio, riusciva a penetrare una seconda volta nell’interno del paese ed a disimpegnare le proprie frazioni accerchiate. Mantenendo infine a serrate distanze la pressione sull’avversario, lo induceva a rompere il contatto durante la notte per sottrarsi ad una lotta ormai senza speranza e così consacrava con brillante successo tangibile una gloriosa giornata per le Armi e per i Paracadutisti italiani.» — (Filottrano, 9 luglio 1944 – Al 183º Reggimento Paracadutisti “Nembo”). |
Medaglia di bronzo al valore dell’esercito | |
«Decreto 4 gennaio 1978 Al verificarsi del violento terremoto che colpiva il Friuli, accorreva prontamente sui luoghi disastrati e prodigandosi con coraggio e slancio fraterno di solidarietà umana, dava un valido contributo al soccorso dei feriti e dei superstiti ed alla rimozione delle macerie, limitando i danni della grave sciagura. L’opera svolta ha riscosso l’apprezzamento delle Autorità e l’incondizionata riconoscenza delle popolazioni colpite, rafforzando il prestigio dell’Esercito» — (Friuli, 6 -15 maggio 1976). |
Croce di guerra al valor militare | |
«Decreto 9 novembre 1945 Gareggiava in mordente e tenacia con l’altro reggimento della divisione, impegnato in duro attacco risolutivo, dandogli apporto con un battaglione di rincalzo e con altro battaglione destinato ad agganciare di rovescio l’avversario. Partecipava col primo ad una alterna, aspra vicenda di attacchi e controattacchi, sviluppava l’azione del secondo con slancio spregiudicato pur sapendo di non poter contare su alcuna alimentazione dello sforzo e fidando solo sul motto del paracadutista italiano: “il cuore di rincalzo”. In tal modo disorientava il nemico. Le sue vigili pattuglie piantavano per prime il tricolore sul contrastato obiettivo, quando l’avversario per sottrarsi ad una stretta ormai senza speranza si induceva, col favore della notte, a rompere il contatto ed a rinunziare alla lotta. Così consacrava con un brillante successo tangibile una giornata gloriosa per le Armi e per i Paracadutisti italiani.» — Filottrano, 8-9 luglio 1944. (Al 184º Reggimento Paracadutisti “Nembo”). |
Medaglia d’argento al valor civile | |
«Decreto 18 maggio 1964 Temprato ad ogni arditezza e sacrificio, il 183º Reggimento Fanteria “Nembo”, in nobile fraterna gara con altri Reggimenti dell’Esercito, ha scritto, nel soccorrere tra insidie e disagi innumeri le popolazioni colpite dal disastro del Vajont, fulgide pagine di generoso altruismo e di eroica abnegazione.» — Vajont (ottobre 1963). |
Decorati
- Gianfranco Paglia, Sottotenente
- Giuseppe Izzo, Tenente Colonnello
- Giampiero MONTI Serg. Magg.
- David Tobini, Caporal Maggiore Scelto